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La dinamica del debito pubblico di un Paese dipende anche dalla differenza tra il tasso di interesse medio pagato sul suo debito e il tasso di crescita (nominale) del PIL.
In tutti i principali paesi dell'Eurozona, eccetto l'Italia, tale differenza è negativa. Questo comporta che, a parità di avanzo primario (entrate pubbliche meno spese al netto degli interessi), il rapporto debito/PIL scenda in maniera naturale in tali paesi perché l’economia genera ricchezza sufficiente a ripagare il debito.
Invece, l'Italia è nella situazione opposta, perché l’economia cresce poco e il premio per il rischio richiesto dagli investitori è troppo alto. Questo ha fatto aumentare il rapporto debito/PIL, in media, di 1,5 punti all'anno negli ultimi 5 anni.
La Brexit è rinviata almeno sino al 31 ottobre 2019, prolungando l’incertezza soprattutto nel Regno Unito. A rischio di restare deteriorata la fiducia e svalutata la sterlina.
Negli ultimi tre anni la spesa effettiva per investimenti pubblici è stata sempre inferiore a quanto programmato dai governi.
Il digitale sta impattando sull'occupazione.