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ACQUA: CONFINDUSTRIA E UTILITALIA, SEI PRINCIPI PER UNA GESTIONE SOSTENIBILE, SICURA ED EFFICIENTE
Roma, 21 marzo 2025 - L'acqua è un asset strategico per l'economia e per gli obiettivi di sostenibilità. Alla vigilia della Giornata Mondiale dell’Acqua, Confindustria e Utilitalia condividono la necessità di rafforzare un modello di gestione sostenibile delle risorse idriche da un punto di vista sociale, ambientale ed economico; ciò al fine di garantire una fornitura d’acqua sicura e affidabile al sistema Paese.
Occorre agire anzitutto a livello europeo, per assicurare un approccio armonizzato della normativa, attualmente frammentata e fonte di complessità e inefficienze. L’intenzione della Commissione europea di adottare una strategia sulla resilienza dell’acqua va nella giusta direzione.
A livello nazionale occorre anzitutto mettere ordine nella governance. “Non si possono governare i fenomeni complessi legati all’acqua, come il dissesto idrogeologico, con strutture fragili e competenze incerte e sovrapposte” – Spiega Annalisa Sassi, Presidente del Consiglio delle Rappresentanze Regionali di Confindustria – “Dobbiamo dotarci di una visione comune, partendo da una cornice normativa chiara e omogenea che renda coerente un sistema oggi troppo frammentato. Significa che le risposte ai problemi necessitano di una governance snella, attenta al territorio, ma inserita in un sistema coordinato” prosegue la Presidente Sassi.
Il tema va affrontato anche sotto il profilo dei costi necessari alla manutenzione e allo sviluppo dell’infrastruttura idrica. “Negli ultimi anni – spiega il presidente di Utilitalia, Filippo Brandolini – gli investimenti dei gestori del servizio idrico integrato sono aumentati notevolmente, raggiungendo i 4 miliardi annui, pari a 65 euro pro capite nel 2023, con una stima di 80 euro l’anno per abitante nel 2025 anche grazie alla spinta dei finanziamenti pubblici. Ma alla luce degli effetti dei cambiamenti climatici e delle direttive europee sull’acqua, serve un’ulteriore accelerata per arrivare a 6 miliardi annui. Ragionando in un’ottica futura che vada al di là dell’orizzonte temporale del 2026 e quindi del PNRR, alle risorse derivanti dalla tariffa andrebbe affiancata anche una quota di contributo pubblico di almeno 1 miliardo di euro l’anno per i prossimi 10 anni, per portare avanti un piano straordinario di interventi volti ad assicurare la tutela della risorsa e del territorio, nonché a garantire la continuità del servizio anche in periodi di stress climatici sempre più frequenti”.
È fondamentale, poi, assicurare un consumo sostenibile delle risorse, basato sui principi dell’economia circolare. “Promuovere un approccio all'economia circolare anche all’utilizzo dell’acqua è importantissimo. È fondamentale per ridurre il consumo delle risorse e tutelare gli ecosistemi. Le imprese possono fare molto in termini di riciclo e riuso dell’acqua nei processi industriali. Ma è necessario eliminare frammentazioni normative, e non solo, che limitano il potenziale degli investimenti” conclude Lara Ponti, Vice Presidente per la Transizione Ambientale e gli Obiettivi ESG di Confindustria.
Confindustria e Utilitalia condividono i seguenti principi:
1. Approccio multisettoriale. Favorire il confronto costante tra i vari utilizzatori della risorsa idrica (civile, industriale e agricolo) nell’ottica di un approccio multisettoriale. La risposta alle sfide poste dal cambiamento climatico non può che essere coordinata, ampia e infrastrutturale.
2. Frammentazione della governance nel governo del territorio. Trasformare l’attuale frammentazione della governance amministrativa e delle gestioni in capacità di governo, definendo una cornice normativa omogenea, che restituisca ordine e coerenza al sistema. È necessario superare quei vincoli che oggi limitano la possibilità di programmare e realizzare investimenti, a partire da quelli in opere di contrasto al dissesto idrogeologico, ambito nel quale l’assenza di una governance chiara e unitaria continua a generare inefficienze, ritardi e sovrapposizioni di competenze.
3. Accorciare la catena decisionale e del permitting. Servono prossimità nelle scelte e visione nei processi: una catena corta con meno passaggi intermedi e maggior coordinamento, per governare l’acqua in modo efficace e al servizio dei territori. Bisogna inoltre semplificare e accelerare gli iter autorizzativi per la realizzazione delle infrastrutture necessarie.
4. Favorire la produzione di acqua complementare. Introdurre una normativa generale che stabilisca che il riutilizzo dell’acqua per destinazione d’uso industriale deve essere sempre consentito, sia nello stesso sito, che presso utenti terzi, nel rispetto dei valori previsti dalla legge. Favorire inoltre la realizzazione di impianti di dissalazione per la produzione di acqua complementare soprattutto nei territori a forte stress idrico e nelle isole.
5. Sostenere gli investimenti. Affiancare agli investimenti sostenuti dalla tariffa una leva di finanza pubblica stabile (come sta avvenendo attualmente con il PNRR) per i prossimi 10 anni. Ciò al fine di accelerare la realizzazione delle infrastrutture necessarie alla resilienza idrica.
6. Frammentazione gestionale del servizio idrico integrato. Superare l’attuale frammentazione della governance e delle gestioni, come previsto normativamente da tempo e da ultimo anche dal PNRR, in modo da diffondere in tutto il territorio nazionale le gestioni industriali, che oltre a garantire efficienza e qualità, sono presupposto necessario per incrementare la realizzazione degli investimenti.
Partendo da questi principi, Confindustria e UTILITALIA intendono continuare la collaborazione e sviluppare analisi e proposte condivise.
Le nuove “Linee Guida” delle Associazioni Imprenditoriali per favorire l’accesso alle misure di facilitazione nel rimborso dei finanziamenti bancari
Roma, 3 marzo
2025 - Unire le forze per sostenere le imprese italiane, con questo obiettivo ABI e le principali Associazioni di rappresentanza delle imprese – AGCI, Casartigiani, Cia-Agricoltori Italiani, CLAAI, CNA, Coldiretti, Confagricoltura, Confapi, Confartigianato, Confcooperative, Confedilizia, Confesercenti, Confetra, Confimi Industria, Confindustria, Copagri, Legacoop – hanno definito delle “Linee Guida” per aiutare le aziende in temporanea difficoltà finanziaria a ottenere misure di facilitazione nel rimborso del finanziamenti bancari, come la sospensione del pagamento delle rate.
L’iniziativa è stata messa a punto grazie al dialogo e al confronto costruttivo tra la rappresentanza delle banche e delle imprese per individuare i percorsi più efficaci a favorire il rimborso dei prestiti bancari.
Le Linee Guida spiegano, in modo chiaro e semplice anche per i non specialisti, le procedure da seguire e sintetizzano il quadro delle regole europee in materia, fornendo alle imprese gli strumenti necessari per gestire eventuali difficoltà finanziarie con maggiore consapevolezza e preparazione.
Vengono messe in evidenza, in particolare, la necessità per le imprese di intervenire tempestivamente, anche con il supporto di consulenti di propria fiducia, non appena emergono segnali di difficoltà, e l’importanza di avviare e mantenere un dialogo costante con la banca riguardo all’andamento della propria situazione economica-finanziaria. Ciò anche al fine di favorire una ripresa regolare del rimborso una volta terminato il periodo di sospensione.
Nelle Linee Guida sono anche indicate, d’intesa con il Fondo di garanzia per le PMI, ISMEA e SACE, le modalità e le condizioni per ottenere l’allungamento delle garanzie da questi prestate sui finanziamenti per i quali è richiesta la sospensione del rimborso delle rate.
L’iniziativa fa parte dei lavori del Tavolo di Condivisione Interassociativo (cosiddetto Tavolo CIRI), che è il forum di dialogo tra l’ABI e le principali Associazioni d’impresa su tutte le questioni di interesse comune relative in particolare all’accesso al credito.
Nell’ambito dei lavori del Tavolo, l’ABI e le Associazioni di impresa concordano che le disposizioni di vigilanza di matrice europee sulle misure di facilitazione del rimborso dei crediti bancari, limitino la possibilità di applicazione di queste misure da parte delle banche in favore della clientela in temporanea difficoltà finanziaria. Per questo hanno chiesto e chiedono una loro rapida modifica alle istituzioni nazionali ed europee.
ENERGIA:
CONFINDUSTRIA CONSIDERA POSITIVAMENTE IL DL, MA ELIMINARE SPECULAZIONI
DELL'INDICE DEL TTF SUL PREZZO DEL GAS
Soddisfazione
per il ddl sul nucleare
Roma, 28
febbraio 2025 – “Confindustria considera positivamente il decreto legge da 3 miliardi di euro per l’energia, ripartito in parti quasi uguali tra famiglie e imprese, riconoscendolo come un segno tangibile di attenzione ed equilibrio in un momento complicato per le difficoltà geopolitiche e le scarse disponibilità finanziarie”. Commenta così il DL Bollette e il DDL sul Nucleare varati oggi dal Consiglio dei Ministri il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini.
“Sono provvedimenti che vanno nella giusta direzione – spiega il numero uno di viale dell’Astronomia – come testimoniano i segnali dati con la compensazione dei costi indiretti ETS e con la riduzione degli oneri di sistema, seppure a tempo”.
“Ma è una politica – prosegue Orsini – che va rafforzata lì dove sono i problemi di sistema: bisogna risolvere a Bruxelles il nodo delle speculazioni sul prezzo del gas al TTF e introdurre misure strutturali in Italia. Insomma incidere su tutti i costi ingiustificati al paese, alle famiglie e alle imprese”.
Il presidente continua ricordando che: “questo DL lascia indietro settori importanti per la manifattura e l’export italiani, quali Carta, Ceramica, Vetro e Cemento. Sia per questa, che per le altre misure, Confindustria si propone di contribuire al miglioramento del testo durante il dibattito parlamentare per la conversione del decreto”.
“Sul fronte delle cose molto buone – conclude Orsini – ci tengo a sottolineare con soddisfazione particolare il DDL sul Nucleare, che apre ad una soluzione strutturale di medio-lungo periodo che permetta il ribilanciamento del nostro footprint energetico, rendendo il nostro sistema competitivo e non penalizzato anche sul fronte dell’innovazione”.
Roma, 27
febbraio 2025 - “È saltato un paradigma: serve coraggio e serve agire subito con una visione di lungo termine. L’Europa deve mettere al centro la competitività del sistema industriale e quindi la crescita sociale”, Emanuele Orsini, Presidente di Confindustria, ribadisce così la necessità di agire all’indomani dell’annuncio dei dazi sull’UE da parte dell’amministrazione Trump.
“La preoccupazione è innegabile. È un cambio di paradigma impensabile e tutti noi imprenditori europei confidavamo che non accadesse. Abbiamo solo una possibilità: cambiare subito con misure straordinarie per un momento straordinario”, commenta il numero uno di viale dell’Astronomia che oggi ha ospitato al Consiglio Generale, il Presidente di BusinessEurope, Fredrik Persson.
“Con BusinessEurope stiamo costruendo un percorso che coinvolgerà le confindustrie europee. Siamo tutti europeisti, ma quello che è uscito ieri da Bruxelles, sul pacchetto Omnibus e sul Clean Industrial Deal sono misure insufficienti. I tempi sono cambiati e le azioni dell’Europa devono sterzare decisamente per tutelare le imprese e le famiglie. Le democrazie occidentali si basano sul patto tra impresa e lavoro: mettiamoli finalmente al centro con azioni decise”.
“Costo dell’energia, sburocratizzazione, transizione ambientale e credito sono aree su cui si deve intervenire…ieri. – spiega Orsini e conclude - “Chiediamo alle forze politiche e alle parti sociali un patto bipartisan per il Paese e per l’Europa. USA, Cina, India, si sono date una visione e la perseguono. Serve che l’Europa faccia lo stesso, subito”.
Roma, 26 febbraio 2025 - "È un’ora buia", così il Presidente di Confindustria Emanuele Orsini commenta a caldo la notizia sui dazi che viene da oltreoceano.
"E’ un cambio di paradigma, inaspettato e incredibile quello che arriva dagli Stati Uniti. La minaccia non è quella di un impatto solo sulle dinamiche commerciali. La verità è ben più drammatica: qui si rischia la tenuta economica e sociale di molti stati dell’Unione e dell’Unione stessa. Quello che arriva dalla leadership americana è un attacco alle imprese e al lavoro europei. Il vero obiettivo è la deindustrializzazione del nostro continente, e quindi dei suoi livelli occupazionali".
"A rischio - prosegue Orsini - sono i valori fondanti delle democrazie occidentali cui ci vantiamo di appartenere: il patto sociale tra impresa e lavoro. Dobbiamo pensare seriamente a misure straordinarie per un momento straordinario".
Alla luce delle notizie che vengono da Washington, "l’Europa deve cambiare marcia: il tempo è finito – prosegue il numero uno di viale dell’Astronomia – i provvedimenti che sono stati annunciati oggi a Bruxelles non bastano".
"Voglio citare tre linee di azione nette: sburocratizzazione, meno norme; in seconda istanza: il Clean Industrial Deal deve essere un patto per la crescita, non per la decrescita. Stop a multe e a dazi autoimposti sulla manifattura europea. In terzo luogo, serve, ed invochiamo dallo scorso anno, un piano industriale per la crescita economica e sociale europea".
Italia-Emirati Arabi Uniti, Confindustria: partnership
strategica su innovazione e sostenibilità, spazio agli investimenti
Roma, 24 febbraio 2025 - Confindustria sottolinea l’importanza della collaborazione economica bilaterale tra Italia ed Emirati Arabi Uniti, un modello di successo – presentato oggi con il governo italiano - basato su innovazione, sostenibilità e apertura ai mercati globali, che porterà investimenti in Italia. In questo contesto, il rafforzamento del dialogo tra istituzioni e imprese è essenziale per trasformare le opportunità in progetti concreti.
“Gli obiettivi che ci siamo dati a livello europeo sono molto ambiziosi e per soddisfarli occorrono alleanze strategiche sul piano internazionale, collaborazioni, joint venture e investimenti. Gli accordi siglati oggi e gli investimenti emiratini in Italia, annunciati per circa 40 miliardi di dollari, sono determinanti per la crescita e il consolidamento del nostro sistema industriale, portando risorse nell’ottica della transizione ambientale e tecnologica e dello sviluppo di settori come l’edilizia sostenibile, l’energia, le infrastrutture, le materie prime critiche, le filiere strategiche, l’intelligenza artificiale, l’industria manifatturiera, le tecnologie avanzate per la connettività e la sicurezza e i fondi per la patrimonializzazione delle pmi” ha affermato il Presidente di Confindustria, Emanuele Orsini.
“Un punto che ci sta particolarmente a cuore sono gli investimenti nell’edilizia sostenibile – prosegue il numero uno di viale dell’astronomia – che vogliamo legare al piano casa”.
“Questo tipo di accordi, insieme a progetti strategici come il Piano Mattei – ha continuato Orsini – offrono una straordinaria opportunità per consolidare la presenza italiana, integrando competenze e risorse, ma anche per sfruttare appieno le opportunità di questi mercati. Favorire questi accordi in maniera transitiva, aprendo mercati e facilitando investimenti nel nostro paese, è essenziale. Sono corridoi di scambio e di sinergia con aree importanti e in grande sviluppo, come Medio Oriente, Golfo Persico, Far East. In questo contesto, il rafforzamento del dialogo tra istituzioni e imprese è essenziale per trasformare le opportunità in progetti concreti”.
Con un export potenziale stimato in 2,8 miliardi di euro, gli Emirati Arabi si collocano, inoltre, al primo posto tra i paesi del mondo arabo in termini di opportunità non ancora pienamente sfruttate per le esportazioni italiane. Le sinergie industriali riguardano non solo beni di consumo, ma anche beni strumentali e macchinari ad alto valore aggiunto. L’energia, inoltre, riveste un ruolo centrale in questa collaborazione con particolare attenzione all’idrogeno e alle energie rinnovabili.
PRODUZIONE INDUSTRIALE, CONFINDUSTRIA: IL
SEGNALE È CHIARO, BISOGNA AGIRE SUBITO SIA IN ITALIA CHE IN EUROPA
Orsini: Serve
piano triennale insieme ad interventi immediati
Roma, 14
febbraio 2025 - “E’ assolutamente necessario concentrare l’attenzione di tutti per affrontare le difficoltà che da due anni si addensano sulla nostra produzione industriale – Così il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, commenta i dati diffusi dall’Istat -. La discesa del 3,5% nel 2024 è peggiore delle attese, perché i dati di dicembre da soli hanno pesato per un terzo di questo risultato negativo.”
“Confindustria – ha proseguito Orsini – da tempo sottolinea la necessità di porre attenzione a dei punti essenziali: il rallentamento biennale della manifattura italiana non è una crisi di sistema come nel caso della Germania, che spinge in basso con la sua recessione l’intera crescita europea. Osservando, infatti, i settori italiani è evidente che il calo generale si deve a fattori molto diversi. Ci sono due settori, auto e moda-tessile abbigliamento, con gravi perdite a doppia cifra. Ci sono poi i settori energivori che perdono in maniera rilevante per l’aumento dei costi, e ci sono settori, come i beni intermedi e i beni strumentali per la produzione, macchinari e robotica, che perdono per il freno agli investimenti nel nostro paese. Tutto questo, in assenza di correzioni drastiche, rischia di contaminare anche settori che finora stanno tenendo a galla con fatica l’economia italiana”.
“Oggi - ha aggiunto il presidente di Confindustria – è più che mai necessario che politica e istituzioni si concentrino e accettino la proposta di un piano serio di rilancio industriale, di prospettiva triennale. Ma servono anche alcuni interventi immediati. In particolare, sul fronte europeo, l’Italia deve impegnarsi perché la nuova Commissione Ue agisca subito su alcune questioni: dall’azzeramento delle multe ai produttori europei, alla revisione al bando del motore endotermico, adottando la neutralità tecnologica, alla rimodulazione degli ETS. Ora è il momento di correggere errori che altrimenti ci espongono a grandi rischi”.
Secondo Orsini “Anche l’Italia deve fare scelte rapide e nette. Serve un vero e proprio piano di misure adeguate, perché senza industria non c’è crescita né coesione sociale. Ma servono anche misure immediate. In primis, il meccanismo di formazione del prezzo dell’energia dipende da noi: disaccoppiare in bolletta remunerazione della produzione da gas rispetto a quella da rinnovabili si può fare a livello nazionale, e va fatto subito.”
“In seconda istanza, per fare ripartire gli investimenti servono scelte di realismo. Una di esse è prendere atto che rischiamo ormai di perdere l’occasione dei 6,3 miliardi di incentivi a Industria 5.0: una misura troppo complicata, con limiti imposti anche a livello europeo e su cui servono urgenti chiarimenti perché ora le imprese sono disincentivate ad investire con un orizzonte di pochi mesi. Per fare la differenza la cosa da fare è dare pieno vigore all’Ires premiale, eliminando limitazioni per estendere copertura e platea. E infine, riattivare Industria 4.0 dotando il piano di nuove risorse finanziarie. Questo sarebbe un atto concreto: molte più imprese investirebbero, con tempi meno stringenti, e ci renderebbe competitivi verso l’estero”.
“Ora - ha concluso Orsini - serve correre e ridurre drasticamente la burocrazia per mettere a terra le misure utili alla crescita del paese. Ci aspettiamo che il governo e le forze politiche di tutti gli schieramenti facciano proprio questo appello ad agire, liberando il potenziale delle imprese italiane. Confindustria è pronta a fare la sua parte.”
Messaggio del Presidente di Confindustria Emanuele Orsini per nomina Daniela Fumarola a Segretario Generale CISL
Roma, 12 febbraio 2025 - Personalmente e a nome di Confindustria desidero esprimere le più sincere congratulazioni alla dottoressa Fumarola per la sua elezione a Segretario Generale della CISL.
Siamo certi che saprà guidare con slancio l'organizzazione, affrontando con determinazione e lungimiranza le sfide comuni del mondo del lavoro, contribuendo alla tutela dei diritti dei lavoratori, nell'ottica di un confronto leale e aperto con le imprese.
Le auguriamo buon lavoro, nella convinzione che il suo impegno sarà fondamentale per il dialogo sociale e lo sviluppo di politiche volte al benessere e alla crescita del Paese.
Un ringraziamento a Luigi Sbarra per il lavoro svolto.
Elezioni Enasarco: Accordo Confindustria, Confesercenti, Confartigianato, Confcommercio, Confcooperative e Confapi, “più investimenti a sostegno dell'economia reale”
Roma, 3 febbraio 2025 - Rafforzare l’impegno della Fondazione Enasarco nell’economia reale, sostenendo progetti di innovazione e internazionalizzazione delle aziende italiane, con un’attenzione particolare alle piccole e medie imprese.
È questo l’obiettivo dell’intesa raggiunta dalle principali associazioni di imprese in Italia – Confindustria, Confesercenti, Confartigianato, Confcommercio, Confcooperative e Confapi – in vista delle elezioni del prossimo giugno, che porteranno al rinnovo dell’Assemblea dell'ente previdenziale degli agenti e rappresentanti di commercio e dei consulenti finanziari.
In una fase di rallentamento dell’economia, l’accordo vuole rilanciare e consolidare il modello virtuoso di investimento di Enasarco, in grado di coniugare la redditività delle risorse previdenziali con il sostegno allo sviluppo e alla competitività del tessuto produttivo nazionale.
Secondo gli ultimi dati disponibili, le Casse previdenziali italiane investono complessivamente circa 40 miliardi di euro in Italia, pari al 43% del totale delle loro attività. Tuttavia, solo il 20% degli investimenti domestici è destinato alle imprese italiane. In altre parole, appena il 9% del totale delle attività delle Casse sostiene concretamente il sistema produttivo del Paese.
Un contributo che potrebbe, e dovrebbe, essere più significativo. La priorità della Fondazione resta la sostenibilità finanziaria degli investimenti; questi però possono e devono generare anche ricadute positive sul contesto economico in cui operano le imprese mandanti, i consulenti finanziari e gli agenti di commercio iscritti a Enasarco. L'intesa tra le associazioni nasce proprio ampliare il ruolo della Cassa degli agenti nel rilancio del tessuto imprenditoriale nazionale, sostenendolo nel processo di trasformazione digitale, efficientamento energetico e modernizzazione delle strutture produttive necessario per creare nuove opportunità di crescita e occupazione.
INVESTIMENTI
ESTERI: POTENZIATO L’ACCORDO CONFINDUSTRIA - LUISS PER L’OSSERVATORIO IMPRESE
ESTERE
Focus su
filiere, formazione, semplificazione normativa e comunicazione. Il 7 maggio
l’Annual Meeting
Roma, 29
gennaio 2025 – Si rafforza la collaborazione tra l’Advisory Board Investitori Esteri di Confindustria e la Luiss per potenziare le attività dell’Osservatorio
Imprese Estere, punto di riferimento nazionale per l’analisi e la raccolta dei dati sulle imprese a controllo estero in Italia.
L’accordo, firmato oggi da Barbara Cimmino, Vice Presidente per l’Export e l’Attrazione degli Investimenti di Confindustria, e Rita Carisano, Direttore Generale Luiss, consentirà all’Osservatorio di ampliare le proprie attività, rafforzandone il ruolo nella ricerca applicata e nel policy making sugli investimenti esteri. Le nuove iniziative approfondiranno filiere produttive,
formazione e semplificazione normativa, valorizzando il contributo strategico delle imprese a capitale estero all’economia italiana.
Queste realtà generano il 10% dell’occupazione, con un incremento di quasi 315mila
posti di lavoro nel periodo 2018-2022, e si distinguono per l’attenzione alla formazione, lo sviluppo delle competenze, il welfare aziendale e una retribuzione competitiva.
Per analizzare il loro ruolo nel sistema economico, il 7 maggio la Luiss ospiterà il terzo
Annual Meeting dell’Advisory Board Investitori Esteri (ABIE) di Confindustria. L’evento approfondirà l’impatto di queste imprese su crescita, innovazione, export, sostenibilità e benessere dei lavoratori.