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14 aprile 2025
Credito e Finanza
Credito e Finanza
Il decreto-legge ha disposto una proroga dei termini previsti per l’entrata in vigore dell’obbligo per le imprese di assicurarsi a copertura dei rischi catastrofali e calamitosi, che sarebbe dovuto decorrere per tutte le imprese dal 1° aprile 2025. Tale intervento, che riguarda tutte le imprese, è stato in più occasioni sollecitato da Confindustria ed è quindi particolarmente apprezzato.
L’introduzione dell’obbligo per tutte le imprese italiane di assicurarsi a copertura dei danni derivanti da calamità naturali ed eventi catastrofali, rappresenta un cambiamento di portata epocale per il sistema produttivo italiano, in particolare per quanto riguarda le imprese di minore dimensione. Confindustria comprende la ratio di questa disposizione, ma ha sempre rimarcato la necessità che l’introduzione dell’obbligo avvenisse con tempi e modalità tali da consentire al sistema produttivo di adeguarsi. Per questo la richiesta di proroga, avanzata in più occasioni, è stata motivata dal fatto che un mese di tempo sarebbe stato del tutto insufficiente.
La proroga contenuta nel provvedimento in esame è dunque positiva e potrà permettere alle imprese soggette all’obbligo di approfondire le disposizioni contenute nel decreto, ma soprattutto di valutare, comparandole, le offerte di polizze sul mercato nonché di verificare le condizioni contrattuali proposte e valutare un’estensione delle coperture a rischi e beni ulteriori rispetto a quelli previsti dalla normativa.
È poi auspicabile che nel periodo di proroga previsto dal DL si completino alcune iniziative previste da norme di legge e ci sia la possibilità di ulteriori approfondimenti. In particolare, tra le altre cose, andrebbero chiariti alcuni punti anche nel contesto del tavolo tecnico sulle assicurazioni catastrofali presso il MIMIT, le cui FAQ recentemente pubblicate non esauriscono tutti i dubbi sollevati.
In conclusione, va messo in evidenza che l’introduzione dell’assicurazione obbligatoria dovrebbe rappresentare un tassello di un più ampio intervento nazionale, che preveda anzitutto investimenti pubblici per mettere in sicurezza il territorio, a partire da quelli da realizzare nelle aree del Paese a maggior rischio e a maggiore intensità di insediamenti produttivi.
07 aprile 2025
Lavoro e Relazioni ...
Lavoro e Relazioni Industriali
Le incertezze dell’attuale scenario socioeconomico evidenziano come le imprese siano ormai continuamente esposte a fenomeni di transizione, sempre più imprevedibili, con inevitabili ripercussioni sulla gestione della produzione e, quindi, anche dell’occupazione.
In questo scenario, il coinvolgimento della forza lavoro nella gestione della vita delle imprese è importante per affrontare le transizioni in modo non traumatico, attraverso un’azione sinergica e collaborativa tra tutte le parti coinvolte, con condivisione di obiettivi e responsabilità.
Il testo della proposta di legge, nella versione modificata al termine dei lavori svoltisi in prima lettura alla Camera, risponde all’esigenza di adottare politiche di gestione della partecipazione improntate a una logica di equilibrata collaborazione tra impresa e forza lavoro e declinate in modo non standardizzato, ma coerente con il grado di maturità delle relazioni sindacali che caratterizzano ciascuna realtà aziendale.
Il provvedimento, infatti, salvaguardia la scelta volontaria dell’impresa rispetto all’adozione di modelli partecipativi.
28 marzo 2025
Space Economy
Space Economy
Il Disegno di legge sull'economia dello spazio è un segnale importante dell'impegno politico e industriale dell'Italia per consolidare il proprio ruolo nella Space Economy. Tuttavia, secondo Confindustria, sono necessari correttivi per garantire competitività e continuità alle imprese del settore. Il provvedimento, infatti, introduce un quadro normativo innovativo ma impegnativo per gli operatori e necessita di adeguamenti.
È cruciale, in primo luogo, introdurre un regime transitorio che consenta alle aziende italiane di adeguarsi alle nuove regole senza rischiare interruzioni o sospensioni delle attività in corso. Senza una finestra temporale adeguata tra l'adozione dei decreti attuativi e l'entrata in vigore delle nuove norme, le imprese nazionali potrebbero trovarsi in una situazione di svantaggio competitivo rispetto ai player internazionali.
Un altro nodo evidenziato riguarda i massimali assicurativi previsti dal Ddl, che Confindustria ritiene eccessivamente onerosi. Chiediamo che il massimale assicurativo obbligatorio venga ridotto dagli attuali 100 milioni di euro a 50 milioni di euro, in linea con le principali economie europee come la Francia. Sarebbe inoltre opportuno che la definizione del massimale non fosse fissata per legge, ma demandata ai provvedimenti autorizzativi, garantendo maggiore flessibilità agli operatori.
11 marzo 2025
Energia
Energia
06 marzo 2025
Affari Legislativi
Affari Legislativi
Confindustria ha accolto con favore l’intenzione di una nuova legge volta alla semplificazione e alla digitalizzazione dei procedimenti in materia di attività economiche e di servizi a favore di cittadini e imprese.
Tuttavia, pur riconoscendo alcune misure positive del Disegno di Legge, come quelle in materia di annullamento d’ufficio e silenzio assenso per i permessi di costruire, Confindustria ha evidenziato come la maggior parte degli interventi proposti dal testo risulti di impatto e portata semplificatoria assai limitati.
Confindustria, quindi, propone un potenziamento del provvedimento, in particolare, attraverso l’integrazione delle 80 proposte di semplificazione contenute nel documento “Costo Zero”.
26 febbraio 2025
Lavoro e Relazioni ...
Lavoro e Relazioni Industriali
07 febbraio 2025
Energia
Energia
La transizione energetica rappresenta per Confindustria un processo di decarbonizzazione della produzione e dei consumi che deve avvenire garantendo la permanenza di un tessuto industriale e produttivo nel nostro Paese. È fondamentale per questo approfondire quelle soluzioni tecnologiche in grado di dare risposta al trilemma energetico: decarbonizzazione; competitività dei costi; sicurezza e indipendenza
I prezzi dell’energia elettrica sono estremamente elevati e nel 2024 il divario di prezzo tra l’Italia e gli altri Paesi UE si è spinto a livelli record. Si rende, quindi, necessario predisporre interventi per garantire un level playing field per i settori manifatturieri in tutta Europa ed evitare squilibri nel Mercato unico. Per fare questo servono misure di breve, medio e lungo termine, fra cui rientra anche l’evoluzione del nostro mix energetico.
Crediamo sia necessario conciliare tutte le fonti di energia, in un’ottica di piena neutralità tecnologica che guardi alla competitività e al pieno sfruttamento del nostro patrimonio infrastrutturale. In questo scenario l’energia nucleare da fissione sta riconquistando un ruolo nel dibattito politico, con Paesi UE ed extra-UE che continueranno ad affidarsi a questa fonte energetica.
Confindustria considera l’opzione elettronucleare fondamentale per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione che l’UE si è data al 2050, con l’impegno di raggiungere un sistema economico e produttivo “Climate Neutral”.
Crediamo sia doveroso da parte nostra studiare attentamente le opportunità offerte dal nucleare per una maggiore stabilità nei prezzi dell’energia, prospettive di crescita industriale e di occupazione, la riduzione della nostra dipendenza energetica dall’estero in un contesto di crescenti tensioni geopolitiche e il raggiungimento degli ambiziosi target per la transizione energetica del continente. Nei prossimi mesi produrremo uno studio in collaborazione con ENEA che potrà fornire un contributo sulle opportunità offerte dal nucleare e intendiamo costituire un osservatorio permanente in Confindustria che possa raccogliere tutte le informazioni e le prospettive connesse anche alla filiera produttiva per accompagnare il dibattito con oggettività, trasparenza e scientificità.
30 gennaio 2025
Transizione ambientale
Transizione ambientale
Il settore tessile italiano, che rappresenta una delle principali eccellenze industriali del nostro Paese, con le sue 40.000 imprese e un fatturato complessivo di quasi 60 miliardi di euro nel 2024, può trarre notevoli benefici dall’implementazione della Responsabilità Estesa del Produttore. Questo tipo di strumento, infatti, offre opportunità concrete per rafforzare la competitività del comparto, stimolare la creazione di nuovi posti di lavoro e sensibilizzare i consumatori sui temi della sostenibilità. In Italia esistono già alcune eccellenze che meritano di essere incentivate e rafforzate.
Il principio di Responsabilità Estesa del Produttore rappresenta in generale uno strumento chiave per favorire il passaggio da un modello lineare, basato sulla produzione e sullo smaltimento, a un modello circolare e sostenibile. Tale principio promuove, infatti, un approccio condiviso tra produttori, consumatori e autorità regolatorie, finalizzato a garantire uno sviluppo sostenibile attraverso una gestione responsabile delle risorse e incentiva il passaggio da un modello lineare, basato sulla produzione e sullo smaltimento, a un modello circolare e sostenibile che considera le implicazioni ambientali e sociali lungo l'intero ciclo di vita dei prodotti.
Confindustria, quindi, ribadisce il suo apprezzamento per questa iniziativa e auspica un modello in grado di promuovere costi competitivi per i produttori, il reinserimento dei materiali nei distretti produttivi e la valorizzazione delle produzioni circolari lungo tutta la filiera tessile, elementi chiave per il successo dello strumento.
23 gennaio 2025
Lavoro e Relazioni ...
Lavoro e Relazioni Industriali
L’attenzione alla sfera economica, come aspetto della violenza contro le donne, è certamente più recente rispetto a quella rivolta alla sfera fisica, sessuale e psicologica seppur spesso componenti di un medesimo non condivisibile atto o comportamento.
Nel 2023, il 40,2% delle donne che hanno iniziato un percorso, presso i centri antiviolenza, per liberarsi dalla violenza, ha dichiarato di aver subito tra le violenza anche quella economica.
Il mondo della scuola può essere determinante nell’attività di sensibilizzazione e promozione di una cultura di genere orientata all’equità.
E se il 44,1% delle donne che hanno avviato un percorso di uscita dalla violenza dichiara di non essere autonoma economicamente, è necessario agire perché la popolazione femminile entri nel mondo del lavoro, acquisendo così indipendenza economica e finanziaria. Questo è tanto più vero in un Paese come l’Italia che registra un basso tasso di occupazione femminile: il 52,5% (15-64 anni).
Da accogliere con favore il reddito di libertà promosso dal Dipartimento Pari Opportunità e le misure dirette a favorire l’imprenditoria femminile.
Importanti le misure di contrasto alla violenza di genere contenute nei contratti collettivi dei settori aderenti a Confindustria e l’Accordo sottoscritto da Confindustria, CGIL, CISL e UIL in attuazione dell’Accordo quadro europeo sulle molestie e la violenza nei luoghi di lavoro.
21 gennaio 2025
Energia
Energia
In occasione dell’audizione, Confindustria ha ribadito l’allarme sui crescenti costi dell’energia, che mettono a rischio la ripresa industriale e potrebbero rallentare ulteriormente gli investimenti in innovazione di processo necessari ad accelerare la transizione energetica.
Si è soffermata in particolare sull’art. 8, che riprende la propria proposta per l’avvio del disaccoppiamento strutturale del prezzo dell’energia rinnovabile da quello delle fonti fossili favorendo lo sviluppo di liquidità nel mercato secondario di contratti di lungo termine tra produttori e consumatori di energia con garanzia di ultima istanza da parte del GSE.
Rispetto al testo attuale è opportuno intervenire per rafforzare e potenziare ulteriormente il ruolo del GSE, che oggi agisce esclusivamente come acquisitore centralizzato di energia rinnovabile dai produttori, attraverso l’affidamento anche del compito di rivendere sul mercato i contratti di lungo termine acquisiti. In tale modalità si garantirebbe una gestione più efficace del rischio di mercato connesso all'acquisto di energia rinnovabile.
13 dicembre 2024
Lavoro e Relazioni ...
Lavoro e Relazioni Industriali
05 dicembre 2024
Space Economy
Space Economy
Nel settore Aerospaziale l’Italia vanta oggi una filiera competitiva, ma è cruciale sostenere gli investimenti. La ricerca aerospaziale, infatti, ha ricadute in molti campi dell’economia, in particolare in varie parti dell’industria manifatturiera per l’effetto volano legato alle nuove tecnologie. Investire nel settore, quindi, significa dare un impulso alla crescita, rafforzare la competitività dell’industria manifatturiera, attrarre nuovi investimenti e creare opportunità di lavoro per i nostri giovani.
La volontà di dotare l’Italia di un quadro normativo per le attività spaziali rappresenta un chiaro segnale dell’impegno politico e industriale del Paese per garantirsi un ruolo di primo piano nella nascente Space Economy.
Tuttavia, vi sono alcuni aspetti cruciali, affinché l'elaborazione di una legge spaziale nazionale rappresenti un'opportunità per promuovere una politica industriale nazionale nel settore, favorendo la competitività delle nostre imprese.
Come raccomandazione generale, la legge non deve ingessare o complicare l’operatività delle imprese o creare barriere all’ingresso di nuove realtà. Si suggerisce, quindi, di mantenere la legge sui principi fondamentali e delegare i dettagli ad integrazioni successive. Queste integrazioni devono prevedere il coinvolgimento delle Associazioni di categoria al fine di tenere conto del punto di vista industriale. Questa esigenza diventa ancora più urgente considerando che nel 2025 è prevista la pubblicazione della legge europea.
La dimensione europea, infatti, sarà il contesto naturale in cui definire il futuro del settore aerospaziale italiano. Per affrontare questa sfida, il Sistema Paese deve essere in grado di competere ad armi pari con gli altri Stati Membri in tutti gli ambiti, inclusi quelli tecnologici e normativi.