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I paesi europei costituiscono nel loro insieme una delle tre grandi aree commerciali economicamente integrate del mondo.
Il grado di “regionalizzazione” del loro interscambio commerciale (peso degli scambi intra-area rispetto agli scambi totali) è molto più alto di quello delle altre due grandi aree commerciali (Nord America e Asia orientale), anche se si è ridotto negli anni della globalizzazione.
L’estensione delle reti di scambio intraeuropee riflette l’elevato grado di interdipendenza raggiunto all’interno del continente anche sul piano produttivo. Esiste cioè una integrazione sistemica dei diversi paesi europei che va al di là del perimetro formale degli accordi commerciali.
L’organizzazione della manifattura chiede ormai di essere pensata su base continentale, anche in termini degli ambiti produttivi da considerare strategici per costruire un’industria competitiva a livello globale.
Per maggiori approfondimenti rimandiamo al capitolo 1 del Rapporto industria 2019
La manifattura mondiale è entrata in una fase di rallentamento, dopo anni di intenso sviluppo. Per l’Italia il ridimensionamento produttivo appare particolarmente pronunciato, e pone interrogativi rilevanti dal punto di vista delle policy necessarie per contrastarlo.
La trasformazione digitale è oggetto di ambiziosi piani di politica industriale in tutto il mondo. L’Italia dal 2016 si è dotata di una strategia nazionale.
In Italia l’economia cresce poco e il premio per il rischio richiesto dagli investitori è troppo alto. Questo ha fatto aumentare il rapporto debito/PIL.
La Brexit è rinviata almeno sino al 31 ottobre 2019, prolungando l’incertezza soprattutto nel Regno Unito. A rischio di restare deteriorata la fiducia e svalutata la sterlina.