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Il gettito IVA da scambi interni traina lʼaumento delle entrate nei primi cinque mesi del 2019: 44 miliardi di euro incassati dallo Stato, circa 2 miliardi in più rispetto allo stesso periodo del 2018 (+4,6 per cento).
Si tratta di un’anomalia se il gettito IVA da scambi interni lo si legge rispetto alla dinamica delle risorse interne (somma tra PIL e importazioni nette) che meglio approssimano la base imponibile IVA. Il rapporto tra i due descrive in modo abbastanza preciso lʼandamento dellʼevasione IVA: un maggior gettito in corrispondenza di una frenata della base imponibile sta a indicare un recupero di evasione.
L’aumento registrato potrebbe essere imputato allʼestensione ai privati dellʼobbligo di fatturazione elettronica e, se confermato, a fine 2019 si avrebbe un extra-gettito pari a 5,4 miliardi di euro. Ulteriori misure a favore dell'uso della moneta elettronica potrebbero rafforzare tali risultati.
Si è ridotto il differenziale (spread) dei titoli sovrani italiani con quelli tedeschi, tornando ai livelli di fine 2017. Il calo è dovuto principalmente a tre fattori.
Nel 2019 solo un’accelerazione dell’export, seppure a ritmi non brillanti, dopo il rallentamento del 2018, potrebbe scongiurare il rischio di una recessione dell'Italia.
La ripresa dell’occupazione iniziata nel 2014 si è arrestata a maggio 2018, di pari passo con la frenata dell’economia. Serve che l’economia torni a crescere perché l’occupazione possa salire.
I paesi europei costituiscono nel loro insieme una delle tre grandi aree commerciali economicamente integrate del mondo.