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“Il provvedimento rappresenta un primo passo importante. L'Omnibus esclude gli obblighi per le aziende sotto i 1000 dipendenti, alleggerendo il carico burocratico per la maggior parte delle piccole e medie imprese italiane”. Così Lara Ponti, vice presidente per la transizione ambientale e gli obiettivi Esg, ha commentato in una intervista a Repubblica.it il pacchetto di proposte "Omnibus" adottato dalla Commissione europea che allenta diversi obblighi previsti da recenti direttive ambientali e sociali, prima fra tutte la Corporate Sustainability Reporting Directive.
Sull’implementazione della sostenibilità nelle pmi, “Il quadro è articolato. Oggi il 60-70% delle imprese mostra grande interesse e vede la sostenibilità come un'opportunità strategica. Tuttavia, l'implementazione non è sempre strutturata. Se guardiamo ai report di sostenibilità, siamo ancora indietro: solo il 15% circa delle società e il 10% circa delle aziende familiari li produce realmente. Le pmi ormai sono obbligate a misurare alcuni indicatori di sostenibilità perché richieste dalle grandi aziende di cui sono fornitori o dalle banche dalle quali avere dei capitali”.
“I problemi sono molteplici – ha rilevato Ponti -. Innanzitutto, la complessità burocratica. Le aziende devono fornire dati a diversi soggetti - dai grandi clienti alle banche - e ciascuno richiede informazioni secondo modelli differenti. Parliamo di oltre mille indicatori, che rendono l'adempimento estremamente complicato. Le pmi hanno anche un limite di competenze: gli imprenditori e le imprenditrici spesso devono fare tutto, non hanno tempo di diventare degli esperti di sostenibilità. Sono specialisti del prodotto, non "tuttologi". I costi fissi per adeguarsi sono molto alti, indipendentemente dalle dimensioni dell'azienda”.
Per semplificare questo processo secondo la vice presidente “Serve uno standard snello, pensato specificamente per le pmi. Non possiamo pretendere la stessa complessità per una multinazionale e un'azienda piccola. L'approccio, inoltre, deve essere graduale: cominciare da pochi indicatori davvero significativi e costruire man mano un sistema che dia un senso concreto a quello che si fa. Noi di Confindustria continuiamo a incoraggiare un percorso graduale verso la sostenibilità”.
In Confindustria, per supportare le imprese, “Stiamo lavorando su più fronti. Abbiamo avviato attività di formazione, grazie a un accordo con Deloitte e stiamo mappando i fabbisogni delle nostre associate. L'obiettivo è creare un repository che consenta estrazioni automatiche dei dati, semplificando la rendicontazione. Stiamo anche raccogliendo le buone pratiche delle imprese più virtuose. Vogliamo dimostrare che la sostenibilità non è solo un costo, ma può essere un'opportunità di crescita”, ha aggiunto Lara Ponti rilevando come “Le imprese che hanno fatto della sostenibilità una leva strategica mostrano performance migliori in termini di produttività. Questo approccio aiuta ad allineare gli obiettivi aziendali, aumenta l'attrazione dei giovani talenti e rende più efficiente l'organizzazione. Degli esempi concreti? Il fotovoltaico. Si tratta di un investimento che rientra in tempi rapidi, dimostrando come sostenibilità ed efficienza economica possano camminare insieme. Oppure le politiche di sostenibilità sociale, che rendono le aziende più attrattive per i giovani talenti”.
Infine, si lancia un messaggio alle pmi coinvolte: “Non fermatevi alla complessità — ha concluso Ponti -. La sostenibilità è un percorso, non un traguardo. Cominciate dai passaggi più semplici, raccogliete i primi dati significativi e costruite gradualmente. Premia chi ci crede davvero. La transizione ecologica non è più un'opzione, ma una necessità. Le pmi italiane sono sulla buona strada, serve solo un po' di sostegno e tanta concretezza”.