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La sfida che abbiamo davanti è prima di tutto culturale. Per questo coinvolge l'intera società: la politica, l'economia, le persone. Così il Presidente Vincenzo Boccia sul domenicale del Sole 24 Ore.
Si tratta di definire un nuovo paradigma di pensiero che sappia incidere in profondità nei comportamenti di ciascuno di noi. Parliamo di futuro. Della nostra capacità di interpretarlo e consegnarlo ai più giovani. E parliamo di sostenibilità, che deve diventare un nuovo modo di pensare e agire.
Non è un caso che il Nobel sia stato attribuito a tre economisti che si occupano di questo tema e di lotta alla povertà. E si conferma quanto sia largo lo schieramento a favore anche di quella particolare forma di sostenibilità, quella ambientale, che vede il nostro Paese in prima linea per imprimere la svolta che tutti chiedono.
Il Presidente Boccia spiega il motivo per cui Confindustria ha firmato con convinzione il "Manifesto per un'economia a misura d'uomo contro la crisi climatica", promosso da Ermete Realacci attraverso Symbola e che ha già raccolto un'ampia adesione tra imprenditori, professionisti, associazioni datoriali e culturali, accademici, sindacalisti e sacerdoti. Confindustria deve essere una punta avanzata culturale perché l'industria italiana non sia solo un'eccellenza in termini di bellezza, armonia, equilibrio, tecnologia e design ma lo sia anche in termini di coesione culturale e di modello d'azione.
Il Manifesto si muove in coerenza con l'enciclica Laudato si' di Papa Francesco, rilanciata da padre Enzo Fortunato in un percorso che parte e arriva ad Assisi, città simbolo della coesione culturale.