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Confìndustria è preoccupata. Proprio ora che si intravedono timidi segnali di ripresa, sarebbe sbagliato fare marcia indietro sui primi decreti attuativi del Jobs act, attenuando quegli elementi di flessibilità e semplificazione da tanto tempo attesi dalle imprese, spiega Stefano Dolcetta, vicepresidente per le relazioni industriali, in un'intervista rilasciata al Corriere della sera.
Ammetterà che il Jobs act del governo Renzi risponde alle vostre richieste?
"Infatti il nostro giudizio sulla legge delega di riforma del mercato del lavoro è sostanzialmente positivo. In Italia c'è bisogno di una riduzione del costo del lavoro, che non significa taglio dei salari netti ma del cuneo fiscale e contributivo, e di una maggiore flessibilità. I primi due decreti legislativi di attuazione della delega, sui quali si stanno esprimendo con i loro pareri le commissioni parlamentari, vanno nella giusta direzione. Il problema è che ora il governo non deve ne fare marcia indietro accogliendo tutte le richieste di modifica ne fermarsi nella sua azione riformatrice, che richiede il varo degli altri decreti necessari all'attuazione del Jobs act".
Confindustria è preoccupata per le richieste della commissione Lavoro della Camera. Il presidente Cesare Damiano (Pd) vorrebbe che il governo, varando definitivamente i primi decreti del Jobs act, escludesse i licenziamenti collettivi dalle procedure semplificate (indennizzo), ripristinasse la discrezionalità del giudice e aumentasse l'indennizzo minimo.
"Noi pensiamo che sia sbagliato ricominciare la discussione su questi contenuti, perché tra l'altro si sa dove si comincia e non si sa dove si finisce. Sarebbe meglio varare definitivamente i due decreti legislativi senza stravolgerli e senza perdere altro tempo, altrimenti si rischia di perdere il treno di una possibile ripresa".
In allegato il testo integrale dell'intervista