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"Abbiamo il diritto-dovere di essere sempre più classe dirigente: quello che vale per l'impresa vale per il Paese. Non c'è ripresa senza impresa". Giorgio Squinzi, presidente di Confindustria, parla alla presentazione del libro di Gianfelice Rocca, numero uno di Assolombarda. Il titolo è la sintesi della sfida che ha davanti l'Italia: "Riaccendere i motori".
Per farlo secondo Squinzi bisogna rimettere al centro il manifatturiero, in Italia come in Europa. Servono azioni concrete. Dal governo Renzi è arrivato finora il decreto legge su contratti a termine e apprendistato: "Ci auguriamo che non esca deformato dal Parlamento come spesso succede nel nostro Paese. È una prima tranche di intervento, positiva, la necessaria riforma del mercato del lavoro non è ancora venuta avanti". Anche per il presidente di Assolombarda, Gianfelice Rocca: "Renzi per ora ha fatto titoli di testa, ma sono quelli giusti e mi sembra che ci sia una grande voglia di fare".
Se l'Italia arranca non è colpa della moneta unica: "Non sono convinto che l'euro sia stato una penalizzazione per il nostro Paese. È un problema nostro, sono 15 anni che cresciamo meno degli altri Paesi, non siamo riusciti a fare i lavori domestici". E comunque se l'Italia uscisse dall'euro, secondo uno studio Ubs citato dal presidente di Confindustria, perderemmo il 25-30% del Pil nel giro di pochi anni: "Si rischierebbe di tornare a una situazione anteguerra". Proprio per questo "dobbiamo credere nell'euro ha aggiunto - e andare avanti".
Scarica l'articolo di Nicoletta Picchio pubblicato sul Sole 24 Ore.