Il 16 ottobre scorso la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome ha espresso il parere sullo schema DPCM che definisce i requisiti per l'iscrizione nell'elenco dei soggetti aggregatori che svolgono attività di centrali di committenza, secondo quanto previsto dall'art. 9, comma 2, del DL 66/2014, conv. in L. 89/2014.
Il parere evidenzia la problematica applicazione del citato DPCM a causa del quadro normativo su cui va ad incidere già molto complesso e stratificato, segnalando il rischio di un'ennesima paralisi del mercato degli appalti pubblici.
L'intesa della Conferenza sullo schema di DPCM è subordinata a:
- l'impegno formale del Governo di procedere all'istituzione di un Tavolo tecnico in sede di Conferenza Unificata, con la partecipazione di rappresentanti della Presidenza del Consiglio, del MIT e del MEF per la soluzione dei problemi applicativi derivanti dalla normativa che disciplina il sistema di affidamento dei contratti pubblici;
- l'accoglimento del seguente emendamento "Il soggetto aggregatore individuato da ciascuna Regione ai sensi dell'art. 9, comma 1, del DL 66/2014 può operare anche attraverso un'organizzazione ulteriormente e funzionalmente articolata".