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La produzione industriale italiana è stimata in lieve recupero in dicembre e gennaio, dopo la forte caduta registrata in novembre. Il marginale incremento dell’attività è spiegato da un aumento della domanda estera, a fronte di una domanda interna fiacca, come segnalato dalle valutazioni degli imprenditori manifatturieri. Dinamica degli ordini e attese delle imprese non lasciano intravedere alcuna accelerazione nel breve termine.
Per un approfondimento sulla congiuntura italiana e internazionale rimandiamo a Congiuntura flash
Il Centro Studi Confindustria (CSC) rileva un incremento della produzione industriale dello 0,1% in gennaio su dicembre, quando è stimata aumentare dello 0,4 su novembre1. Nel quarto trimestre si registra una variazione di -0,5% sul terzo trimestre e il primo del 2019 parte con un acquisito negativo (-0,2%) 2.
La produzione, al netto del diverso numero di giornate lavorative, arretra in gennaio dell’1,7% rispetto allo stesso mese del 2018; in dicembre è diminuita del 3,5% sui dodici mesi.
Gli ordini in volume scendono in gennaio dello 0,5% su dicembre (-0,7% su gennaio 2018), quando sono diminuiti dello 0,4% sul mese precedente (+0,7% annuo).
L’attività industriale ha mostrato un graduale peggioramento nell’ultima parte del 2018, contribuendo al calo del PIL negli ultimi due trimestri (-0,1% e -0,2% rispettivamente). Nel quarto, in particolare, si è avuta una caduta dell’attività più marcata di quanto registrato nei due precedenti (-0,3% in entrambi), spiegata in gran parte da una diminuzione della domanda interna, specie quella di beni strumentali.
L’attività industriale inizia, quindi, il 2019 molto debole. I livelli in gennaio sono inferiori del 3,2% rispetto al picco di dicembre 2017 e non si intravedono chiari segnali di miglioramento per i prossimi mesi.
I principali indicatori congiunturali sono infatti su livelli bassi e calanti e confermano un trend di deciso rallentamento del ciclo. L’accresciuta incertezza degli operatori economici contribuisce ad accentuare la debolezza degli ultimi mesi e pesa sull’economia reale attraverso il rinvio delle decisioni di consumo, di investimento e l’aumento del risparmio.
Nel manifatturiero la fiducia è in progressivo calo da marzo 2018, con l’unica eccezione di settembre, e in gennaio ha toccato i minimi da oltre due anni; sono ulteriormente peggiorati i giudizi sugli ordini interni e le attese sull’andamento dell’economia. Indicazioni analoghe vengono dal PMI manifatturiero (IHS-Markit) che a dicembre si è attestato a 49,2, sotto la soglia critica di 50 (che separa espansione da contrazione) e intorno ai valori dell’estate 2016; sono stati giudicati in calo anche gli ordini (indice a 47,8; minimo dal 2012).
1 Tutte le variazioni mensili sono calcolate sui dati corretti per il diverso numero di giornate lavorative e destagionalizzati.
2 L’acquisito nel quarto trimestre è la variazione congiunturale (cioè rispetto al terzo trimestre) che si avrebbe se l’attività ristagnasse in novembre e di-cembre.