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Il ruolo delle istituzioni è sempre più importante per l’internazionalizzazione delle imprese italiane. È quanto conferma l’analisi di Prometeia presentata durante un convegno organizzato dal Ministero degli Esteri e da Confindustria. Nel 2015 i progetti delle imprese italiane sostenuti dalla Farnesina hanno generato oltre 16 miliardi di valore aggiunto (pari all'1,1% del Pil), nonché 6,7 miliardi di gettito fiscale e 234mila posti di lavoro.
Secondo lo studio, le aziende hanno beneficiato di varie forme di assistenza da parte di ambasciate e consolati: per la sensibilizzazione delle autorità locali in relazione alla partecipazione alle gare d’appalto, per attività di orientamento al mercato, per l’accompagnamento nello sviluppo di business con le autorità locali, per interventi presso le autorità locali per la risoluzione di controversie.
I 756 progetti monitorati sono stati attivati in 90 paesi; 86 hanno riguardato imprese del settore meccanico, 66 dei servizi, 50 delle costruzioni, 18 dell'elettrotecnica. L’analisi ha inoltre evidenziato come del supporto diplomatico abbiano beneficiato per il 39% le grandi imprese, per il 30% le medie imprese, per il 22% le piccole e per il 9% le micro; le Pmi hanno inoltre usufruito del supporto sia direttamente sia in quanto aziende fornitrici di beni e servizi per le grandi società.
"Il ruolo della diplomazia è determinante per le imprese. Da questa ricerca – ha detto il presidente Vincenzo Boccia - emergono dati positivi e si possono valutare aree di ulteriore miglioramento. L'Italia è il secondo paese industriale in Europa e ha bisogno di mercati larghi, noi imprenditori siamo convinti che l'internazionalizzazione è una grande opportunità sia per le imprese sia per il paese".
"La Farnesina - ha concluso Licia Mattioli, vice presidente per l’internazionalizzazione di Confindustria - farà ogni due anni questo rapporto, lo faremo insieme per continuare con questa cabina di regia che sta funzionando. Siamo all'inizio di un percorso lungo che sta dando i suoi frutti".
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