Gianluigi Viscardi nasce nel 1952 a Bonate Sotto, provincia di Bergamo, da una numerosa famiglia contadina. Sin da bambino cresce in un ambiente profondamente cattolico e sente forte il legame per la sua terra. Finite le scuole medie, lavora prima come operaio saldatore, poi come archivista: ben presto si scopre abile disegnatore e a soli 23 anni inizia a progettare macchine. Per valorizzare questo talento sente il bisogno di riprendere la sua formazione: a 24 anni si iscrive alle scuole serali e diventa perito industriale. Dopo aver lavorato come disegnatore in varie aziende nel 1982, insieme ai fratelli Antonio ed Ermanno, si mette in proprio: nasce la Cosberg – COStruzioni BERGamasche – impresa che da oltre quaranta anni studia, progetta e costruisce macchine e moduli per l’automazione dei processi di montaggio.
Il patrimonio valoriale che lo accompagna ha consentito all’azienda di trasformarsi da piccola impresa famigliare, tutto è partito da una cantina, a realtà industriale di livello internazionale, con due filiali europee, in Francia e Slovenia, una in Brasile, e tre aziende partner in Italia. Senza mai perdere di vista il territorio cui si appartiene e la gente per cui e con cui si lavora. Cosberg è attenta alle esigenze dei propri dipendenti (il 95% dei quali risiede nella provincia di Bergamo), tra le attività a loro favore c’è la convenzione con un Centro medico polispecialistico dove possono beneficiare di un numero di visite a carico dell’azienda. Ed è attenta e affezionata alla sua terra. Quando Viscardi scopre che Cascina Zandona – la casa nei pressi di Sotto il Monte dove nacque e visse la madre di Papa Giovanni XXIII – versa in uno stato di abbandono e rischia di essere abbattuta perché pericolante, decide di acquistarla e restaurarla. “Tutti mi davano del pazzo – ricorda con emozione – ma alla fine ce l’ho fatta”. I luoghi cari al Santo hanno reso famoso il piccolo paese e sono diventati méta di pellegrinaggio per migliaia di fedeli. In occasione del 50° della morte di Papa Giovanni, Viscardi ha deciso pure di aiutare la Parrocchia del paese, restaurando la Cripta “oboedentia et pax”, dove sono conservati il calco della mano e del volto del Santo eseguiti subito dopo la sua morte da Manzù.
La testimonianza della storia personale e dell’impresa di chi ha saputo restituire con amore e dedizione alla propria comunità quanto è stato capace di far germogliare.