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L'IMPRESA INCONTRA IL SANTO PADRE

Coelmo spa: ambiente è donna

Coelmo Spa è un’azienda del Sud che progetta e produce Gruppi Elettrogeni Industriali e Marini. Comincia tutto a Napoli nel 1946: passano poco più di vent’anni e l’azienda diventa fornitore ufficiale dei sistemi di energia per l’Esercito italiano. Poi il salto internazionale, con l’apertura di filiali estere, un ruolo di leadership e importanti quote di mercato in diverse applicazioni, dalla telefonia alle estrazioni petrolifere, dalle navi commerciali fino alle più sofisticate imbarcazioni da diporto.
Passano gli anni e Coelmo cambia volto, merito sopratutto di Stefania Brancaccio: laurea in lettere e filosofia presso l’Università Federico II di Napoli, specializzata in psicopedagogia dell’età evolutiva presso il Magistero di Torino, Stefania sposa l’ingegner Domenico Monsurrò, proprietario dell’azienda in cui entra con umiltà e molto studio. Dagli inizi come collaboratrice alla vicepresidenza, dimostra grande attenzione alle esigenze delle lavoratrici e trasforma Coelmo in un riferimento nel campo del welfare aziendale, dotando l’azienda di un Manifesto per l’uguaglianza e la valorizzazione delle differenze di genere. Coelmo adotta, ben prima che diventi legge, la conciliazione vita-lavoro e garantisce una retribuzione equa tra uomini e donne per lo stesso lavoro o lavori di ugual valore. Non solo: fornisce anche voucher con cui il lavoratore, uomo e donna che sia, può trovare chi va a pagargli le bollette all’ufficio postale o una baby sitter per i figli.
Un impegno che viene ufficialmente riconosciuto da una certificazione di merito per la qualità, la sicurezza, l’ambiente e, prima azienda in Italia, per la differenza di genere. «Non sopporto chi riduce a uno slogan banale le pari opportunità – spiega Stefania Brancaccio, nominata Cavaliere del lavoro nel 2009 – che invece sono un percorso lungo e faticoso e che ha avuto bisogno di atti di coraggio, di orientamento, di indirizzo, di determinazione politica e di tante delibere amministrative”. Da quasi un anno, Stefania Brancaccio è entrata a far parte della consulta femminile del Pontificio Consiglio della Cultura, istituita dal cardinale Gianfranco Ravasi per raccogliere uno sguardo, una prospettiva e un aiuto sulle priorità culturali femminili.

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